Un saluto di ringraziamento va agli intervenuti: Elena Gentile, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Puglia; Gianfranco Savino, Sindaco della città di San Severo; Marianna Bocola, Assessore alle Politiche sociali della città di San Severo; Bruno Calcagni, Presidente ANTEAS Regionale; Riccardo Pezzana, Presidente Nazionale ANTEAS; Giuseppe Santelia, Segretario Regionale FNP-CISL; i Presidenti delle varie ANTEAS; i Consiglieri comunali; i vari rappresentanti sindacali; i cittadini di San Severo e tutti i soci dell’ANTEA di San Severo; il Comitato promotore e tutti gli operatori del progetto. 

 

 

Sono lieto di presentare questa sera, in nome dell’ANTEA di San Severo, il progetto “Banca del tempo: l’officina delle relazioni”. Come nasce questo progetto?L’ANTEA ha partecipato all’Avviso pubblico per Azioni di Sistema a favore dell’Associazionismo familiare indetto con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1818 del 31/10/2007, in seguito a ciò è risultata titolare, come si evince dalla graduatoria pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 73 del 21/05/2009 e approvato con atto della Dirigente del Servizio Sistema integrato Servizi Sociali n. 290 del 30/04/2009, del progetto suddetto per un finanziamento di ˆ 42.000,00.

Per i non addetti ai lavori voglio chiarire che l’ANTEA non ha ottenuto questo progetto facendo una semplice domanda alla Regione Puglia, ma ha partecipato a un avviso pubblico in concorrenza con altre associazioni. 

Leggendo il manifesto o l’invito qualcuno avrà pensato: a San Severo apre una nuova banca come se non bastassero tutte quelle che ci sono, e sono tante rispetto ad un tessuto economico non molto sviluppato. E invece no, perché questa speciale banca che nasce nei locali dell’ANTEA non traffica denaro, in essa non si depositano titoli finanziari né si danno prestiti in euro, bensì si depositano il proprio tempo libero, le ore a disposizione che uno ha, perciò Banca del tempo, poiché in essa si deposita la disponibilità a scambiarsi servizi, prestazioni, saperi, il tutto commisurato all'unità di misura che è l’ora.Su questi dettagli ci torneremo dopo. 

Ora qualche notizia su come e quando nascono le banche del tempo.

L’esperienza delle banche del tempo ( e di strutture simili ) nasce in Gran Bretagna negli anni Ottanta, all'epoca del governo della signora Thatcher. Nascono i LETS (Local Exchange Trading System): piccole comunità solidali che decidono di scambiare tra loro tempo, saperi e anche beni. E’ una risposta allo smantellamento dello stato sociale che interrompeva di colpo l’erogazione dei servizi pubblici ed è anche una risposta alle sacche di nuova povertà creata dalla politica ultraliberista della signora Thatcher. I LETS permettono di attivare asili nido, di curare malati cronici non più assistiti dal sistema sanitario nazionale, di affrontare le manutenzioni casalinghe senza esborso di denaro, ecc.. Tuttavia i LETS, nati per necessità contingenti, si dimostrano presto un’idea originale di diffusione di una economia “alternativa”, e si rivelano anche nella loro funzione di risocializzazione contro l’anonimato delle città e delle periferie.

L’idea viene largamente esportata in Francia (dove assume la denominazione di SEL – Systémes d’échanges locaux ), in Olanda, Germania, Paesi Scandinavi, ecc.

Parzialmente diversa, meno “politica” è la storia dei “TROC” francesi, da cui si è sostanzialmente mutuato il sistema delle banche del tempo italiane.Qui l’attenzione è più rivolta agli aspetti di socializzazione, di ricostruzione dei rapporti solidali, di recupero della convivialità. Inoltre è quasi sempre escluso lo scambio di beni, e ci si limita allo scambio di tempo contro servizi.

Uno sviluppo particolarmente interessante di questa esperienza (tenuto anche da alcune BdT italiane) è lo scambio di saperi. Al di là delle differenze vi sono aspetti comuni alle varie esperienze quali:

Lo scambio senza reciprocità diretta (mediante il sistema di addebiti e accrediti con la Banca del Tempo; il limitato territorio di riferimento (la città, il paese, il quartiere);

L’uso del tempo o di “monete” fittizie come mezzo di scambio; la metodologia e gli strumenti di contabilizzazione (gli assegni, gli estratti conto, la scheda di conto corrente, la tendenza al pareggio…);

Il ruolo del coordinatore (anche come animatore , la persona a cui rivolgersi per ottenere informazioni, ecc.);

Il ruolo dell’animazione sociale e della convivialità (riunioni, feste, momenti d’incontro).

L’esperienza italiana delle Banche del Tempo nasce da una ricerca di socialità, di relazioni di buon vicinato, d’inclusione sociale in una situazione di quartiere che sicuramente presenta anche un aspetto economico, ma non parte come ricerca di un nuovo modello economico in senso stretto, come ad esempio si è avviato in altri paesi europei a partire dalle esperienze inglesi, tedesche e francesi dei sistemi di scambio non monetari.

Possiamo parlare di “economia” di relazioni, sottolineando come l’attenzione al buon vivere, all'inclusione sociale, allo sviluppo di partecipazione di fatto portino ad abbattere quei costi di risposta alle grandi situazioni di disagio sociale.

Il modello italiano è basato sullo scambio di tempo, la valorizzazione delle prestazioni scambiate in tempo, la parità fra i soggetti, accompagnato dalla forte sottolineatura di non essere “volontariato”, ma proprio grazie allo scambio essere qualcosa di diverso, di nuovo, che si pone tra servizi e volontariato, essendo da questi ben diverso. 

In Italia l’invenzione sociale denominata Banca del Tempo è nata dall'intelligenza creatrice di gruppi di donne. La prima, in ordine di tempo, è nata nel 1992 a Parma, per iniziativa della segretaria provinciale confederale dei pensionati. La banca che, però, ha fatto da battistrada per tutte le altre oggi esistenti è stata inventata dalle donne elette nel Consiglio Comunale di Sant’Arcangelo di Romagna, con a capo un sindaco donna. Le donne sono, pertanto, l’attore sociale di riferimento di queste associazioni innovative. Infatti, le banche sono nate e nascono di continuo per migliorare la qualità della vita, in primo luogo delle donne, alle prese con il problema spesso irrisolvibile della mancanza di tempo. Si può affermare che esse, “inventando” le Banche del Tempo, hanno creato un luogo solidale a misura della loro fame di tempo e della necessità di fare quadrare il loro bilancio tempo quotidiano che, specialmente per il carico di lavoro famigliare, non riconosciuto né dallo Stato né dai componenti la famiglia, è sempre in “rosso”.

L’anno 2000 segna un momento molto importante perché l’uscita della legge n. 53 dell’8 marzo recante:“Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città” rappresenta un punto di arrivo importante in quanto offre la possibilità, alle associazioni che costituiscono le banche del tempo, di usufruire di spazi e contributi comunali. La citata legge n. 53 all’art. 27 recita:

Per favorire lo scambio di servizi di vicinato, per facilitare l’utilizzo dei servizi della città e il rapporto con le pubbliche amministrazioni, per favorire l’estensione della solidarietà nelle comunità locali e per incentivare le iniziative di singoli e gruppi di cittadini, associazioni, organizzazioni ed enti che intendano scambiare parte del proprio tempo per impieghi di reciproca solidarietà e interesse, gli enti locali possono sostenere e promuovere la costituzione di associazioni denominate “Banche dei tempi”.

Gli enti locali, per favorire e sostenere le banche dei tempi, possono disporre a loro favore l’utilizzo di locali e di servizi e organizzare attività di promozione, formazione e informazione. Possono altresì aderire alle banche dei tempi e stipulare con esse accordi che prevedano scambi di tempo da destinare a prestazioni di mutuo aiuto a favore di singoli cittadini o della comunità locale. Tali prestazioni devono essere compatibili con gli scopi statutari delle banche dei tempi e non devono costituire modalità di esercizio delle attività istituzionali degli enti locali.

Non voglio, con questo, mettere in apprensione il Sindaco con la richiesta di aiuti finanziari, da questo punto di vista la nostra associazione è autosufficiente sia per quanto riguarda i locali in quanto l’ANTEA ha una sua sede, ben attrezzata e molto frequentata il cui fitto è pagato con le sue entrate, come sanno bene i soci qui presenti, sia perché il progetto, come ho detto all'inizio, in seguito ad un avviso pubblico ci è stato finanziato dalla Regione Puglia e l’80% della somma stanziata è già nelle nostre casse, pertantola Banca del Tempo a San Severo nasce sotto i migliori auspici. 

Tornando alla banca del tempo essa è un sistema in cui le persone scambiano reciprocamente attività, servizi e saperi. Parte dall'idea che è possibile uno scambio paritario fondato sul fatto che gli individui sono portatori di bisogni ma anche di risorse. Questa associazione propone di dare valore e organizzazione a ciò che esiste nella comunità come forma di auto aiuto tra le persone. Ecco come funziona: chi aderisce alla banca del tempo specifica quali attività e/o servizi intende svolgere, accende un proprio conto corrente depositando ore al posto degli euro. Nel momento in cui la persona chiederà un servizio ad un altro socio, pagherà questo servizio emettendo un assegno per le ore richieste e così, se sarà lui a rispondere ad una richiesta di un altro socio, si vedrà consegnare l’assegno con le ore che lui ha chiesto per il servizio elargito.

La Banca del Tempo si fonda su tre principi importanti:

Lo scambio: si dà per avere, si riceve per dare. In pratica se io do una prestazione a Caio, non necessariamente devo avere una prestazione da Caio, ma posso riceverla da chiunque abbia aderito alla banca del tempo e abbia messo a disposizione una prestazione che risponde alle mie esigenze. Nella banca del tempo non c’è posto per i furbi, per avere una prestazione bisogna dare qualcosa in cambio, non si può solo avere. Ecco perché chi aderisce alla banca del tempo non è un volontario, il volontario dà e basta.

Il valore della prestazione in tempo: indipendentemente dal servizio scambiato, quel che conta è il tempo impiegato, cioè l’ora che è uguale per tutti.

La parità tra i soggetti: scambiare attraverso il proprio tempo mette su un piano di parità la casalinga, il pensionato, l’artigiano e il professionista che hanno offerto la prestazione. Cioè un’ora di prestazione di una casalinga odi un pensionato vale quanto l’ora di un artigiano o di un professionista.

Questo perché lo scambio di tempo è, in prima battuta, scambio di competenze e le competenze non sono quantificabili mentre il tempo è numerabile e viene scandito nell'unità di misura che è l’ora. Ciò consente una certa equivalenza: il numero di ore di servizi prestati e resi. Lo scambio di tempo, però, non è un mero scambio di equivalenti, proprio per il valore qualitativo che il tempo porta con sé. Lo scambio di competenze diviene anche e soprattutto scambio di esistenze, se è vero che nelle competenze o nel sapere costruiti nel corso del tempo si cela la trama della vita di ciascuno, che è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire. Se l’accento è posto non sul servizio in quanto tale, che sarebbe svolto efficacemente da un qualunque professionista, ma sulla qualità relazionale di cui il servizio è un mezzo, allora entra in scena non il soggetto come ruolo e funzione, facilmente reperibile sul mercato, ma il soggetto come persona, sorgente e trama di relazioni, disponibile a mettersi in gioco con la sua vita e la sua storia e ad interagire con esse su diversi piani. 

Con l’istituzione della banca del tempo l’ANTEA si propone di cogliere alcune opportunità:

Rompere l’isolamento di cui spesso è vittima l’anziano, ma non solo lui. La solitudine è il male forse più grave di questo nostro mondo, un male sociale e psicologico insieme. Eliminarne anche soltanto uno spicchio equivale a elevare il benessere di una comunità. Con la banca del tempo si creano infatti nuove relazioni allargando la rete delle amicizie oltre alle reti amicali e parentali tradizionali, è vero che la famiglia ancora tiene,specialmente al Sud, ma è bene che ad essa si affianchino altre reti di solidarietà.

Accrescere l’autostima personale; la banca del tempo valorizza i vecchi mestieri artigianali che stanno scomparendo, valorizza i saperi e i talenti individuali, specialmente di chi, come i pensionati, avendo cessato il lavoro si sentono messi da parte, aumenta l’autostima personale il che ha un valore psicologico forte. Ha poi un valore educativo nel caso di coinvolgimento di scuole e di giovani e favorisce i rapporti intergenerazionali.

Di carattere temporale, il motivo del resto per cui la banca è nata. Permette infatti di conciliare i tempi di lavoro, sincronizzarli con tempi di vita, per far quadrare il bilancio-tempo che, specie per le donne che si occupano sia del lavoro che della cura dei figli o degli anziani è sempre in rosso.

Il vantaggio economico. Siamo entrati in una crisi economica sempre più seria e sempre più preoccupante, di cui peraltro non si vede ancora lo sbocco. E allora, se fondare una banca del tempo si traduce anche in un risparmio economico, non è un obiettivo da poco, visto che per le analisi di Bankitalia è difficile per i lavoratori dipendenti e per i pensionati arrivare alla terza settimana o alla fine del mese.

Per questi motivi l’ANTEAS e la FNP-CISL nazionali hanno deciso di promuovere la banca del tempo su tutto il territorio nazionale con la nomina anche di un coordinatore. E’ nella tradizione del sindacato CISL elaborare progetti originali e andare contro corrente.

L’ANTEA, creata dalla FNP-CISL nazionale, è un’associazione che si interessa principalmente, ma non solo, della terza età ed ha costituito questa banca del tempo perché possano partecipare tutti. Noi non vogliamo banche del tempo per soli anziani, nell'ottica dell'intergenerazionalità cercheremo di coinvolgere nel progetto le unioni confederali, l’amministrazione comunale, le scuole, i giovani e le associazioni presenti sul territorio. 

Per garantire la buona riuscita del progetto in esso abbiamo previsto, oltre all'utilizzo dei volontari dell’ANTEA, l’impiego di un gruppo di giovani a contratto i quali, coordinati dalla referente del progetto, dott.ssa Fernanda Braccia, saranno un punto di riferimento costante e sicuro per tutti i partecipanti alla banca del tempo. Ci sarà anche un sito web, in verità già funzionante, visitando il quale si potranno trovare tutte le notizie utili sulla nostra banca del tempo e sulle tante altre iniziative e progetti portati avanti dalla nostra associazione e che hanno trovato un utile riscontro presso la popolazione di San Severo.

Oltre alla banca del tempo attualmente è in svolgimento il progetto di TELECOMPAGNIA ANZIANI finanziato dal CSVDaunia, fra pochi giorni firmeremo la convenzione del progetto, anch'esso finanziato, intitolato SOLE&LUNA riguardante il bando Perequazione sociale anno 2008, siamo impegnati in diversi progetti finanziati con il 5 per mille del 2007, insomma abbiamo un 2010 davvero intenso ed impegnativo per tutti i soci dell’ANTEA. 

In tutti questi progetti i giovani avranno un ruolo importante, a loro sarà data un’opportunità di lavoro, piccola, ma pur sempre un’opportunità importante in un paese, specie nel mezzogiorno,dove il lavoro o è un’utopia o dove spesso il datore è la malavita organizzata, un paese dove le fabbriche chiudono e vanno all'estero, dove i giovani sono costretti ad emigrare, accendere per loro una piccola speranza, farli sentire utili prima a se stessi e poi alla società, aprire uno spiraglio su un avvenire incerto è sembrato a noi dell’ANTEA un gesto di solidarietà dovuta anche per alleviare qualche disagio sociale.

Questi giovani saranno affiancati da un comitato promotore della banca del tempo di cui fanno parte, oltre al Vice-Presidente Antonio Grana e al Segretario Antonio Gammarota, un gruppo di donne dell’ANTEA, colonne portanti dell’associazione,sempre pronte in prima fila a dare il loro contributo a tutte le attività dell’associazione. A tal proposito è bene ricordare che la maggior parte di banche del tempo è nata da un gruppo femminile che promuoveva lo scambio di tempo sia verso le donne sia verso gli uomini. Indubbiamente la banca del tempo mette in gioco alcune competenze tipicamente femminili, quelle relazionali in primo luogo (saper presentare, saper trasmettere, saper comunicare, ecc.).

Si effettua inoltre una grande valorizzazione dei saperi femminili, si promuove il desiderio di insegnare e di apprendere in uno lo scambio di saperi legatialla quotidianità 

Oggi queste “attenzioni” risultano gradite a donne e a uomini, rendendo questa esperienza utile e apprezzata da entrambi i generi.

Mi piace concludere questa mia relazione con un pensiero rivolto appunto alle donne. L’8 marzo è vicino, è la vostra festa, una festa fatta non solo di mimose, ma come momento importante per affermare la vostra parità sul lavoro, il rispetto e la giusta considerazione da parte di tutti,il diritto di essere scelte a ricoprire incarichi pubblici e politici per la vostra intelligenza, per la vostra competenza e per la capacità e concretezza che dimostrate nel risolvere i problemie non per l’aspetto fisico,sicuri come siamo che una società governata da più donne sarà indubbiamente una società più giusta, migliore e più solidale. 

Il Presidente

Prof. Giuseppe Colacchio